1° Concorso di Canto Lirico Virtuale SOI – Fiorenza Cedolins intervistata da Nicola Salmoiraghi

  • 3 Dicembre 2021

Nato quasi due anni fa in piena pandemia – ma il seme, nella mente della sua ideatrice, era pronto a sbocciare già da un po’ – il 1º Concorso di Canto Lirico Virtuale SOI Scuola dell’Opera Italiana Fiorenza Cedolins è giunto alla sua terza edizione, di cui sono già aperte le iscrizioni (dal 18 ottobre 2021 al 18 febbraio 2022. Per iscrizioni e bando  www.soifiorenzacedolins.com) in un crescente successo che è diventato un vero e proprio caso nel mondo della musica. Le prospettive e le ambizioni si sono allargate, e in questa prossima edizione il Concorso potrà contare sulla prestigiosa partnership del Teatro Comunale di Bologna. La giuria degli esperti, oltre a quella fondamentale della platea di internet, è formata da 76 elementi – presidente la stessa Fiorenza Cedolins – un vero e proprio “Who’s who” dell’opera tra cantanti, registi, direttori d’orchestra, dirigenti teatrali, critici e musicologi, agenti.

Ma lasciamo che sia la sua stessa ideatrice, Fiorenza Cedolins – fresca dell’essere stata insignita del    51° Premio Puccini del Festival Puccini di Torre del Lago, che le verrà consegnato il prossimo 22 dicembre, e dove nel parco accanto al Teatro c’è stata anche la posa di un albero con il suo nome per l’occasione – a parlarcene.


soprano Fiorenza Cedolins

Quando ha avuto l’idea di questo Concorso immaginava che avrebbe avuto un tale successo?

L’idea di una nuova concezione del Concorso di canto la stavo elaborando anche prima della pandemia. Riflettevo sul fatto che la contemporaneità porta a delle esigenze che hanno travalicato la concezione di concorso tradizionale, perché oggigiorno abbiamo una quasi paritetica importanza di tutto quello che è l’arte fruita attraverso i device, internet, televisione… è un processo già cominciato negli anni Novanta del secolo scorso, quando l’industria dell’arte in digitale è cominciata a diventare molto importante; abbiamo assistito già da quegli anni a carriere sostenute da quel tipo di mercato. Negli anni Duemila questo spazio “virtuale” è diventato ancora più preponderante, con degli stravolgimenti anche per quanto comporta la concezione della vecchia industria discografica, franata davanti a fenomeni come quello di you tube, ad esempio. Bisogna stare al passo con i tempi. Siamo arrivati al 2020 e ci siamo trovati di fronte a questo evento traumatico, pazzesco, che è il Covid, che mai nessuno avrebbe potuto immaginare e che ha portato ad un’accelerazione molto decisiva di questo processo e dalla quale difficilmente ci sarà un ritorno. Le abitudini cambiano. Stavo perciò riflettendo su come coniugare la voce all’immagine nel contesto dei concorsi per farli diventare qualcosa di nuovo.

soprano Fiorenza Cedolins

Quando è arrivata la pandemia, il 15 marzo del 2020 mi sono svegliata con un grande senso di inquietudine; avevo capito che la cosa non si sarebbe risolta in un mese o due come si sperava o diceva; si approssimava anche il mio compleanno che sarebbe stato da lì a tre giorni. “Mi devo inventare qualcosa o rischio di sprofondare nell’inattività e quindi nella depressione” mi dicevo. Chattando con molti degli allievi della mia scuola di canto, che ha sede non solo a Milano, ma anche a Parma, Lugano, Barcellona e ovunque mi invitano, mi trovavo di fronte a casi veramente toccanti e preoccupanti Ragazzi che erano arrivati da lontani grazie a sacrifici e borse di studio che si trovavano bloccati e inattivi qui. Occorreva uno stimolo, per gli studenti e per il pubblico, in panico per la situazione e in astinenza da qualcosa che amavano. Perché quindi non mettere insieme le cose e sviluppare questa idea del concorso di canto che sia impostato esclusivamente nel web? Che possa quindi essere di stimolo agli allievi che si esercitano e non perdono il contatto con l’attività? Quindi sì all’esecuzione dei brani, cantati da interpreti lirici, questa  è la base, ma apriamo anche a quello che il pubblico del web chiede, cioè la parte visiva e quella creativa. In questo modo la valutazione dei cantanti, se da un lato può difettare sugli aspetti squisitamente vocali – ma per quanto riguarda volume, espansione del suono, ecc. anche i Concorsi tradizionali avrebbero senso solo se tenuti in Teatro, altrimenti in una stanza di 25 metri quadri si capisce poco ugualmente – apre a tante altre prospettive; intendiamoci, l’aria,  cantata bene, è il primo requisito necessario ma coniugata con l’intenzione registica, scenica, portata in video con metodi assolutamente liberi, ancorché artigianali, in  modo che si possano apprezzare anche le qualità attoriali e la creatività dell’artista. È un aspetto molto importante. Un artista, per essere grande, non basta che canti bene; deve avere personalità, carisma, qualche cosa di interiore che deve emergere, e non traspare soltanto dall’esecuzione di un passaggio, anche virtuosistico, fatto bene. Nell’ambito di un concorso, dove un cantante entra, canta davanti a un pianoforte, ed esce, non si riesce a valutare quale è lo spessore caratteriale dell’interprete”.

Gala Villa Medici – seconda edizione

Perché il Concorso continua a chiamarsi Primo Concorso di Canto Lirico Virtuale  SOI Scuola dell’Opera Italiana Fiorenza Cedolins, se si è è già arrivati alla Terza Edizione?

 “Sì, perché è stato il primo al mondo! Il Concorso si rivolge sia ai cantanti che agli addetti ai lavori, i due poli naturali di un Concorso, ma si rivolge anche al pubblico. È questo il lato molto importante e innovativo di questo concorso. Il pubblico viene coinvolto, attraverso il sistema di votazione sulla piattaforma di Facebook; va a guardare i video e vota. Ecco quindi il terzo polo naturalmente escluso dai concorso tradizionali”.

soprano Emanuela Sgarlata

 Il voto della giuria tecnica ha un peso diverso rispetto a quello del pubblico?

Sì, ha un peso diverso, ma viene appunto coinvolto anche il pubblico che poi è l’utente finale, quello che decreta il successo o l’insuccesso di un artista”.

Novità in questa terza edizione?

Alcune molto importanti. Abbiamo disgiunto il voto della giuria da quello del pubblico. Quindi primo, secondo, terzo premio per l’opera, poi primo premio per Lied, Operetta, Zarzuela, Musical, assegnato da giuria e pubblico, non giuria + pubblico. L’anno scorso abbiamo avuto un numero di voti impressionante, più di 70.000 voti su Facebook, divisi tra le varie categorie. La cantante che aveva avuto più voto dal pubblico, Laura Esposito, ne ha avuti 2.500 circa. La novità più grande è poi che quest’anno un Ente importante come il Teatro Comunale di Bologna, nella figura del suo Sovrintendente Fulvio Macciardi, ha avuto tale fiducia nella bontà di questo Concorso, da condividerne l’impostazione e le scelte artistiche e ha offerto la sua collaborazione, che culminerà in ben due serate di gala; una, a settembre, nella sala del Teatro Comunale con l’Orchestra del Teatro, dedicata ai tre vincitori della categoria opera più gli altri tre migliori vocalisti che andremo a scegliere secondo le votazioni; l’altra sarà per il pubblico più giovane e informale, sempre con la collaborazione del Comunale; all’Auditorium Manzoni saranno proiettati i video migliori, una sorta di opera-cinema; questa serata sarà probabilmente il giorno prima del Concerto al Comunale. Non saranno necessariamente i sei che si ascolteranno la sera successiva di cui si vedranno i video, e sarà un modo anche per valutare la capacità scenica dei partecipanti”.

 Il limite di età per partecipare è 40 anni. Non è un po’ troppo?

tenore Valerio Borgioni

 Abbiamo pensato che per le voci gravi e drammatiche è ancora un’età che può essere  interessante. Sì, forse si può rivedere questa formula e per la quarta edizione si potrebbe pensare di  scindere in due categorie; juniores e seniores. Vedremo, dipende anche dalle risorse economiche. Al momento questo concorso offre un montepremi complessivo di 80.000 euro, ma la cosa più importante è che tutti i dirigenti di Teatri presenti nella giuria attribuiranno dei premi consistenti in contratti. Una o più persone da scegliere a cui offrire delle possibilità di lavoro. Nella seconda edizione abbiamo avuto 247 iscrizioni; in questa terza edizione, le iscrizioni sono iniziate da poco, le richieste di bando sono già un centinaio e c’è tempo fino al 18 febbraio 2022 per inviare i video; secondo me il lato bello di questo Concorso è che si danno stimoli alle nuove generazioni e si porta il Concorso al pubblico. Nel Concorso tradizionale al pubblico puoi solo offrire la serata finale, non certo le selezioni; questa modalità consente di poter dare un giudizio più maturato e consapevole, dal momento che i giurati hanno tempo un mese per esaminare tutti i candidati della prima selezione, vedere e rivedere i video. I 100 che vengono selezionati vengono proposti al pubblico. Il primo anno avevo pensato di proporli tutti ma obiettivamente ci sono dei cantanti che vanno tutelati, per loro stessi, ma anche per salvaguardare il Concorso e l’immagine della lirica. Questo è comunque un legame importante con il pubblico, cominciano a farsi conoscere, il video gira, viene visto e rivisto. Un ritorno molto importante per il cantante, molto più che in un Concorso tradizionale dove in cinque minuti ne viene decisa la sorte”.

tenore Juan de Dios Mateos

 Ambizioni future di questo Concorso?

 Sto riflettendo se si potrà avere in futuro una svolta con una fase presenziale Con la pandemia che non è ancora passata, per il momento tutto rimane in web. La fase presenziale potrebbe essere un cambiamento allo spirito del Concorso e soprattutto bisognerebbe rinunciare a questa giuria così folta e di grande prestigio, per me un’opzione non accettabile! La Giuria del Concorso, che non ringrazierò mai abbastanza, è talmente coinvolta e solidale che non solo partecipa ai lavori ma in molti casi sponsorizza premi economici e patrocina numerosi e importanti premi artistici .Intanto un presupposto di “live” ci sarà con le due serate bolognesi di questa edizione. Tra i vincitori delle passate edizioni e che già si stanno muovendo bene nell’ambiente lavorativo, voglio ricordare Valerio Borgioni, che canterà ne “La fille du régiment” a Cagliari, insieme a Laura Esposito che ha avuto il secondo premio nella seconda edizione. Juan de Dios Mateos, tenore,  sta facendo “Barbiere” a Catania e lo canterà a Berlino, oltre ad un contratto con Bilbao arrivato proprio tramite il Concorso, seconda edizione; Andrea Niño, mezzosoprano che ha vinto il primo premio, e che ha cantato “La Cenerentola” a Bonn.

mezzosoprano Andrea Nino

Prospettive invece per la sua Scuola di canto, SOI scuola dell’Opera Italiana Fiorenza Cedolins?

La mia scuola collabora con La Verdi di Milano, gli Amici del Loggione del Teatro alla Scala, con la Fundacion Victoria de Los Angeles di Barcellona e Parma Lirica. Ho la cattedra di Canto Lirico per il corso di Laurea magistrale all’Università “Conservatori del Liceu” a Barcellona, nonché sonodocente di corsi dell’Accademia Verdiana di Parma e all’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino a Firenze. Il senso della mia scuola sta nel nome; tramandare la tradizione della scuola di canto italiana, la tecnica, lo stile, i contenuti interiori del belcanto italiano, che sono fondati sulla parola. L’utilizzo della vocalità al servizio della parola scenica e della drammaturgia. Il canto non è una gara a chi urla di più o è più esagerato. È un’arte fondata sul buongusto, l’approfondimento e sulla competenza, ed è quello che io ho sempre cercato di rappresentare come cantante. Non mi interessa il suono edonisticamente bello e fine a se stesso, che dopo dieci minuti annoia; ci deve essere anima dietro questo suono.  Lavoriamo molto con piani di studio individuali ma anche con le opere studio. Faremo a marzo “L’elisir d’amore”, in collaborazione con l’Accademia Filarmonica di Torino e “Così fan tutte”, con spettacolo a maggio. Come italiani noi dobbiamo difendere il melodramma, come un’arte squisitamente nostra, derivante dalla nostra storia”.

 

Intervista raccolta da Nicola Salmoiraghi

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